La debolezza della domanda continua a frenare la dinamica dei fatturati e gli investimenti nella manifattura altoatesina, ma l’87 percento delle imprese si dichiara comunque soddisfatta della redditività conseguita quest’anno e nove imprese su dieci guardano con moderato ottimismo anche all’esercizio 2026. Il clima di fiducia è tuttavia molto eterogeneo tra le singole branche. Ciò emerge della rilevazione autunnale del Barometro dell’economia dell’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano.
Il 2025 si caratterizza per una forte variabilità del clima di fiducia nel settore manifatturiero altoatesino. La dinamica complessiva dei fatturati continua a risentire della debolezza della domanda espressa dal mercato italiano e delle difficoltà delle economie tedesca e austriaca. Nella prima metà dell’anno le esportazioni dall’Alto Adige, al netto dei prodotti agricoli, ammontavano a circa 3,3 miliardi di euro, cui corrisponde un calo dello 0,8 percento rispetto allo stesso periodo del 2024. Sul fronte occupazionale, nei primi tre trimestri del 2025 gli occupati dipendenti nella manifattura altoatesina sono stati mediamente circa 35.200, ossia lo 0,5 percento in meno rispetto allo scorso anno. Le valutazioni sulla redditività divergono molto tra le singole branche: nei comparti della stampa e del tessile-abbigliamento un’impresa su tre lamenta una redditività insoddisfacente. Al contrario, nella produzione di materiali da costruzione, nel comparto del legno e in quello dei macchinari, apparecchiature e veicoli, oltre nove imprese su dieci sono soddisfatte dell’esercizio che sta per concludersi.
Secondo le imprese manifatturiere, nel 2026 il grado di sfruttamento della capacità produttiva rimarrà sui livelli attuali, pari all’85 percento. La dinamica dei fatturati potrebbe leggermente accelerare soprattutto per le grandi imprese con più di 50 addetti, anche grazie all’incremento dei prezzi di vendita, mentre la ripresa degli investimenti sarà ancora frenata dalla grande incertezza. La crescita dei costi dovrebbe rimanere piuttosto contenuta, permettendo a nove imprese su dieci di mantenere anche il prossimo anno una redditività quantomeno soddisfacente. Il maggiore ottimismo si riscontra nei comparti della stampa, dei materiali da costruzione e in quello dei macchinari e della produzione di veicoli: in queste branche quasi tutte le imprese prevedono una redditività almeno soddisfacente, in circa un quinto dei casi addirittura buona. Più modeste appaiono invece le prospettive nei comparti della manifattura alimentare e tessile, dove una parte consistente delle imprese si attendono per il 2026 una redditività insoddisfacente.
Il Presidente della Camera di commercio di Bolzano, Michl Ebner, vede in modo positivo la decisione del Governo di rifinanziare anche per il prossimo anno gli incentivi agli investimenti nelle imprese: “Misure come la Nuova Sabatini e l’ammortamento maggiorato sostengono gli investimenti e permettono alle imprese di aumentare produttività, occupazione e competitività.”
Nota:
Il settore manifatturiero comprende tutte le attività connesse con la produzione di beni, come ad esempio alimentari, tessuti e abbigliamento, oggetti in legno e mobili, prodotti chimici e farmaceutici, materie plastiche, prodotti in metallo, macchinari, apparecchiature, veicoli, ecc.