La manifestazione online, organizzata dalla Piattaforma per il rurale e dall’IRE - Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano - ha affrontato il tema dell’immigrazione, emigrazione e ritorno alle zone rurali in Alto Adige. È emerso che i comuni rurali sono attraenti in termini di qualità della vita, tranquillità, paesaggio e pianificazione familiare.

Negli ultimi anni più persone si sono trasferite in Alto Adige che emigrate all’estero. Nel 2019 l’Alto Adige ha registrato una migrazione netta positiva di +1.484 persone (17.000 emigrazioni e 18.484 immigrazioni; ASTAT 2019). L’aumento dei movimenti migratori è stato particolarmente evidente verso le aree urbane, mentre nelle zone rurali (cioè i comuni con meno di 10.000 abitanti) il saldo migratorio è stato equilibrato o leggermente negativo. Durante l’evento online, l’IRE ed Eurac Research hanno presentato i risultati dei loro studi su immigrazione, emigrazione e ritorno alle zone rurali dell’Alto Adige.

L’analisi dell’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano - ha riguardato il tema dell’immigrazione nelle zone rurali. La famiglia, il partner e il lavoro sono stati i motivi principali del trasferimento in Alto Adige per la maggior parte dei 30 immigrati intervistati. Ma cosa rende le zone rurali attraenti per gli immigrati e quali difficoltà hanno riscontrato trasferendosi in Alto Adige? In relazione a queste domande, è emersa un’ampia varietà di risposte: ad esempio, per alcuni immigrati le sfide principali riguardano trovare un posto di lavoro, reperire un alloggio o integrarsi nella comunità di paese sebbene per altri sia risultato un traguardo relativamente semplice. La valutazione delle zone rurali in Alto Adige dipende in modo decisivo dalle aspettative personali, dal paese d’origine e dalla qualificazione professionale degli immigrati. Le zone rurali possono vantare, tra l'altro, un’alta qualità di vita, la tranquillità e un paesaggio invidiabile. Tuttavia, uno svantaggio è l'accessibilità: in alcuni comuni, il collegamento alla rete di trasporto pubblico non è soddisfacente - soprattutto nelle ore serali - per cui le persone dipendono dalla propria vettura per gli spostamenti sia professionali che privati. Inoltre, nelle comunità rurali ci sono meno offerte culturali e di acquisto che in una città, anche se questo non è necessariamente considerato negativamente da tutti, ma è percepito come una delle caratteristiche delle zone rurali.
Risultati dell'analisi dell'IRE sull'immigrazione nelle zone rurali (in lingua tedesca)

La presentazione di Eurac Research, che è stata commissionata dalla Piattaforma per il rurale che si impegna a favore di un’area rurale attiva, ha invece analizzato l'emigrazione e il ritorno alle zone rurali in Alto Adige. Nell’analisi è stata fatta una distinzione tra emigranti temporanei e definitivi, in quanto l’emigrazione iniziale dei giovani è in prevalenza per motivi di studio e rappresenta quindi un’emigrazione temporanea. Durante questa fase, le comunità rurali hanno poca influenza sul comportamento migratorio. Quest’emigrazione temporanea potrebbe eventualmente trasformarsi in un’emigrazione definitiva o in un ritorno. Il risultato dello studio dell’Eurac ha evidenziato che le zone rurali dovrebbero prendere coscienza dei loro punti di forza e rispondere ad essi in modo concreto per avere un effetto positivo sul ritorno degli emigranti temporanei. Grazie alle risorse naturali e sociali delle zone rurali, i punti di forza sono perlopiù la qualità di vita percepita e una più facile formazione della famiglia.
Risultati dello studio dell'Eurac sull'emigrazione e ritorno alle zone rurali (in lingua tedesca)

I risultati delle due indagini sono stati integrati da testimonianze ed esperienze personali di immigrati, emigrati e rimpatriati. Un rimpatriato ha affermato che l’appoggio della famiglia d’origine altoatesina, rafforzato da un’opportunità di lavoro qualificato, è stato il fattore decisivo per il suo ritorno. Mentre una donna emigrata ha descritto la mancanza di apertura verso gli immigrati stranieri nelle zone rurali, così come la mancanza di posti di lavoro altamente qualificati, come i motivi principali della sua emigrazione. Un’immigrata aveva anche considerato le zone urbane prima del suo trasferimento, ma alla fine ha deciso consapevolmente a favore di un comune rurale in Alto Adige in quanto le zone rurali rappresentano un ambiente ottimale per la sua famiglia e i suoi figli. All’evento online hanno partecipato più di 110 persone.

"Le zone rurali in Alto Adige sono un luogo attraente per vivere e lavorare - anche per gli immigrati. Affinché le zone rurali rimangano attraenti anche in futuro, è necessario sviluppare ulteriormente le infrastrutture di trasporto e promuovere la copertura internet a banda larga", sottolinea il Presidente della Camera di commercio Michl Ebner.

"È importante considerare maggiormente le esigenze delle donne nelle zone rurali - sia da un punto di vista professionale che privato - e fornire loro il supporto necessario", aggiunge Marina Crazzolara-Rubatscher, Presidente del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di commercio.

Andreas Schatzer, Presidente della Piattaforma per il rurale, ha concluso sottolineando l’importanza del legame iniziale alle zone rurali e l’approccio comunitario per affrontare la situazione: "Coloro che hanno avuto esperienze positive con la loro comunità rurale durante l’infanzia e l’adolescenza sono più propensi a rimanere o a tornare in seguito. Pertanto, una delle principali questioni dei comuni deve essere l’attenzione ai bambini e ai giovani. Una zona rurale attiva ha bisogno di tutti, sia degli abitanti che dei rimpatriati e degli immigrati. Questo compito impegnativo può essere affrontato solo collettivamente attraverso iniziative pubbliche e private."