Per contrastare la diffusione del coronavirus e rompere la catena dei contagi, tutte le imprese che non rientrano nei servizi essenziali sono rimaste chiuse a livello nazionale fino al 13 aprile. Tuttavia, in questo periodo molti lavoratori e lavoratrici in Alto Adige hanno garantito un servizio estremamente importante per la popolazione.

Solo le aziende le cui attività rientrano nei servizi essenziali sono state escluse dalla chiusura, e sono quindi rimaste aperte. Sono rimasti operativi ad esempio circa 4.500 collaboratori e collaboratrici nelle case di riposo altoatesine e circa 9.400 dipendenti dell’Azienda sanitaria, i quali, nonostante l’alto rischio di contagio, hanno continuato a svolgere la loro attività in loco. Anche nel commercio al dettaglio 986 sedi operative sono rimaste aperte con un totale di 2.467 dipendenti. Tra queste rientrano, ad esempio, i negozi di alimentari, i tabacchini o le farmacie. Ora la chiusura è stata prolungata fino al 3 maggio, anche se in maniera più flessibile: nel commercio al dettaglio possono riaprire anche le librerie e le cartolerie nonché i negozi di abbigliamento per bambini.

Non vanno dimenticati nemmeno i dipendenti che dall’inizio del lockdown nazionale a causa del coronavirus svolgono il loro lavoro da casa: varie imprese e uffici pubblici, come la Camera di commercio di Bolzano e la Provincia di Bolzano, hanno creato le condizioni necessarie per far lavorare da casa gran parte del personale.

“I dati dimostrano che attualmente migliaia di lavoratori e lavoratrici stanno dando un grande contributo e che l’Alto Adige non si ferma completamente nemmeno in tempi di crisi come questo”, afferma il Direttore dell’IRE.

Per poter ritornare a una vita economica normale è importante che nelle prossime settimane i collaboratori e le collaboratrici di quante più imprese possibili in Alto Adige possano riprendere la loro attività. A questo scopo è essenziale che vengano rispettate le misure di sicurezza previste. Allo stesso tempo sono necessarie anche misure per garantire i servizi di assistenza all’infanzia.

Nota: i dati sul commercio al dettaglio si riferiscono alle attività che rientrano nella lista dei servizi essenziali secondo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo 2020.